Prossimamente dovrò ottimizzare i tempi e non credo potrò portare avanti il lievito madre così ho pensato ad un modo per poter ottenere un pane che mantenesse buone proprietà organolettiche e mi consentisse di panificare senza troppi sbattimenti.
Ho scelto la biga e mi sono attrezzato per poter fare lievitare la biga alla giusta temperatura e la nuova cella mi ha consentito di farlo. La cella era un progetto studiato nel tempo e lasciato nel limbo causa molteplici impegni, finalmente l'ho terminata e posso usarla. Il pane realizzato è frutto anche di questa piccola cella.
L'idea era quella di fare una biga e "entrare" nell'impasto con alta percentuale di prefermento. La solita motivazione: quello che lavora prima non deve lavorare dopo...per garantirmi tempi celeri ho scelto di usare una farina, nel secondo impasto, che maturasse in tempi rapidi e apportasse gusto di suo....la scelta naturale è caduta sul farro.
Così nasce la mia ricetta, e mi scuso ma non troppo


La faccio corta

Biga a 16 ore fermentata a 18°C
Farina 5 stagioni blu 300 g
Acqua 150 g
LDB 3 g
Secondo impasto
Tutta la biga
Farina integrale di farro 300 g
Acqua 270 g
Sale 12 g
LDB 6 g
Puntata al raddoppio e appretto al raddoppio Sapore ottimo crosta croccante e interno morbido, il nuovo forno cuoce perfettamente.
Don Gaetano
P.S. Dimenticavo: il farro aiuta anche a "stemperare" la tenacità donata dalla biga, insieme danno vita a un impasto morbido ed estensibile...facile da formare
P.S.1 Naturalmente impastato a mano.