Provo a dire la mia senza la pretesa di avere la verità in tasca
Capitolo digeribilità:
Tante le variabili, W farina, impasto diretto o indiretto, uso di prefermenti...
La mia conclusione: il pane è sempre digeribile se TUTTO il processo di lavorazione è corretto e studiato a fondo.
Per la cottura io mi rifaccio alla tradizione e agli insegnamenti ricevuti, oltre che alla mia piccola esperienza.
A seconda della pezzatura, del tipo di forma e anche del tipo di pane, variano i tempi e le modalità di cottura.
Due sono i punti da cui non mi discosto mai per la quasi totalità dei pani, forno sempre ben caldo e suolo in refrattario.
Non credo nelle cotture con forno freddo o altro...
Capitolo vapore: si per pani piccoli che devono avere crosta fine e lucida e volume, ma nemmeno sempre ( esempio le biove, pane da 100 g cotto senza vapore )
Le pagnotte ( il casereccio ) non vogliono mai vapore ( crosta spessa e opaca ) eccetto il grano duro che è un mondo a se.
Alveolatura: farina di media forza, idratazione >70%, botta di calore del forno e lievito madre o prefermento, meglio se un po' acido.
Anche la formatura è importante, manipolazione leggera per preservare i gas.
Ho scrtto sopra idro >70% per semplificare...Perrando opera con idro medie e gioca tutto sull'acidità del prefermento e la manipolazione per fare "aprire" il pane e generare le sue leggendarie caverne...ma il discorso sarebbe troppo lungo.
Ho provato a focalizzare i punti chiave, che avesse domande non esiti a porle.
Gaetano