Provo a spiegare il mio pensiero.
In primis bisogna stabilire di che acidità si parla: acido lattico e acido acetico sono le componenti predominanti nel lievito madre. Il sapore finale è conseguenza del lievito madre e delle temperature di lievitazione dell'impasto.
Partiamo dall'inizio, il lievito madre.
Il lievito madre può essere solido o liquido, l'idratazione, insieme alle temperature di gestione/mantenimento influenza profondamente le caratteristiche e il bilanciamento ( proporzione ) tra acido lattico e acido acetico.
Comunemente si ritiene che il lievito madre solido abbia una proporzione 3:1 tra acido lattico e acido acetico, mentre il licoli si attesta su 5:1 tra acido lattico e acetico.
Sempre così? no ma lo discutiamo dopo...
Bisogna anche considerare il momento ideale in cui utilizzare il lievito madre: al raddoppio? al triplico? al collasso iniziale?
Nel lievito madre solido si preferisce usarlo al raddoppio del volume iniziale ( 1+1 ) ma a volte si sceglie di utilizzarlo prima del raddoppio quando è molto forte.
Per il licoli la finestra ideale è ancora più ampia, si passa dal raddoppio al triplico e si finisce al collasso ( scuola americana ma non solo )
Ovvio che più mi spingo vicino al limite e più ho un lievito "acido" e logicamente questa componente finirà inevitabilmente per caratterizzare l'impasto finale.
Un licoli al collasso conferirà maggiore acidità all'impasto finale rispetto a un licoli usato prima del raddoppio ( tanti consigliano anche questo )
Non entro ( ma è vitale anche questo ) nel merito della farina utilizzata per il rinfresco del lievito madre....la segale acidifica molto di più il lievito rispetto al grano tenero...
Temperature: facciamo finta ( per nulla scontato ) che il nostro lievito madre sia perfettamente bilanciato, una lievitazione condotta a 18 gradi caratterizzerà il prodotto finale in maniera totalmente diversa rispetto ad una lievitazione condotta a 30/38 gradi ( si fa anche questo e dopo porto esempi precisi )
Semplifico al massimo: un licoli che fa lievitare un impasto a 30 gradi apporterà note fortemente lattiche, e più salgo di temperatura e più spingo in questa direzione, una madre solida che fa lievitare un impasto a 18 gradi conferirà più facilmente note acetiche.
Il tempo di lievitazione: appare scontato che a parità di ricetta una lievitazione prolungata spingerà l'acidità ai massimi livelli...da considerare anche come viene condotta la lievitazione in termini di "volume" e quante lievitazioni avvengono.
Esempio: se in un pane faccio triplicare l'impasto sia in puntata che in appretto avrò maggiore sviluppo di acidità rispetto allo stesso pane che "subisce" due raddoppi in puntata e in appretto.
Tutto questo nel mondo perfetto
c'è poi chi si diverte a rimescolare le carte in tavola giocando con le temperature per ingannare il lievito.
Spiego meglio: i grandi lievitati sono il regno del lievito madre, solitamente si associa grande lievitato a lievito madre solido...e si ritiene inadatto ( troppo lattico ) il licoli per poter creare un prodotto finale con caratteristiche pari al lievito solido.
Però se io modifico la gestione del licoli per "spostarlo" nella direzione del lievito madre solido ecco che tutto cambia.
Un noto tecnico/panificatore usa un metodo semplice ma efficace per portare il licoli nella direzione della madre solida.
Il metodo è questo: il licoli viene rinfrescato e lasciato lievitare a 28 gradi fino al raddoppio e poi viene conservato in frigo a 4 gradi sino al giorno seguente.
La scelta delle temperature non è casuale, a 4 gradi i lieviti dormono ma sviluppo facilmente acido acetico, a 28 gradi attivo i lieviti e al contempo preservò la componente lattica....e il gioco è servito...
Prima accennavo a lievitazione spinte a temperature non comuni, 38 gradi.
Montanari, in un suo grande lievitato, nella seconda lievitazione fa puntare l'impasto a 38 gradi per un'ora, questo permette di spingere la componente lattica del lievito a vantaggio di un maggiore sviluppo in forno.
Tutto questo pistolozzo per dire che le variabili in gioco sono veramente tante e fermarsi solo alla superficie conduce a una visione miope e non veritiera.
Gaetano